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Myblue - acrilico e inchiostro su tela 150x100 cm - 2020

Il grande mistero dei colori: il blu
Ciao <<First Name>>,
Ebbene si, siamo già quasi quasi a Ferragosto e mi auguro che la tua estate, nonostante il caldo, stia andando per il meglio.

Personalmente sto leggendo diversi libri dove il tema principale sono i colori e su quanto influiscano sulle nostre vite, sulla nostra percezione degli spazi e sulla nostra mente. Come sai già il colore è il motivo per cui ho iniziato a dipingere e sono certa che esso possa migliorare di molto la nostra qualità di vita.

Ma se ci pensi, ti renderai conto che i colori non esistono. Possiamo toccare nel buio un qualsiasi oggetto e riconoscerlo, il colore no. I colori non sono altro che l'assorbimento e la riflessione di alcune lunghezze d'onda che il nostro occhio si è abituato a riconoscere dopo moltissimi anni, il bianco e il nero non sono colori. Quindi si tratta davvero di qualcosa di misterioso, che attira la nostra attenzione e ci affascina perché stimola le nostre emozioni, le nostre reazioni inconsce e assume significati personali e collettivi.

Ti sei mai chiesto come mai alcuni colori ti attirano più di altri? Quando inizio un nuovo lavoro qualcosa dentro di me mi fa scegliere determinati colori. In genere scelgo tra le tinte calde o quelle fredde. E poi introduco il nero, che dona come sempre profondità. Una cosa curiosa è che prima della pandemia i miei colori preferiti erano i rossi, arancioni e gialli, e appena iniziato il lockdown, quando ci hanno rinchiuso in casa, il blu è apparso prepotentemente nella mia tavolozza (come il lavoro My Blue in testata). Questo mi ha fatto riflettere molto, perché proprio in questo momento iniziavo a usare il blu declinandolo nelle sue varie sfumature?

La risposta si può trovare se andiamo a indagare le proprietà di questo colore. È uno dei colori più presenti in natura, pensate al cielo e all’acqua, è anche un colore tra i più rilassanti, il colore dell’introspezione, dell’armonia, della calma. È un colore che converge direttamente sulla retina e l’occhio non fatica a vederlo. Si tratta di un colore che infonde fiducia e sicurezza e per questo è un colore spesso usato dai politici e in pubblicità. Chiaramente dipendendo dalla sua sfumatura, può anche indurre un po’ di tristezza e malinconia, ma usato in modo misurato ci riporta in uno stato di rilassamento e riflessione. Probabilmente quindi, il blu mi invitava proprio a questo, a rallentare e prendermi il mio tempo. Ed è quello che poi ho fatto. Il colore è rimasto per tutto il periodo del lockdown, così tanto che ho finito per intitolare un’intera collezione con il nome Myblue, che puoi vedere sul mio sito.

Pensa che nell’antichità, pur essendo un colore molto diffuso in natura, i greci, i vichinghi, i cinesi, gli ebrei persino gli hindu, non lo nominavano. Nella Bibbia non se ne fa mai cenno. Un filologo tedesco, che ha studiato per anni le vecchie scritture, Lazarus Geiger, scrisse: “c’è qualcosa che nessuno potrà mai imparare da questi antichi canti… e cioè che il cielo è blu”. Pare che le persone non lo riconoscessero e che siano stati per primi gli egizi ad apprezzarlo, circa 6000 anni fa. Il colore proveniva dal lapislazzuli delle montagne nel nord-est dell’Afghanistan, una delle miniere più antiche al mondo; tuttavia, gli egizi non riuscirono mai a polverizzarli in un pigmento, ottenendo solo sfumature grigiastre. Solo nel 2200 a.C. riuscirono a produrre un altro tipo di blu, il blu egizio, facendo conoscere a tutto il mediterraneo la l’idea del blu. Lo producevano mescolando calcare e sabbia con un minerale contenente rame, come l’azzurrite o la malachite.

  1. Interno della tomba di Nefertari, Valle delle Regine, Luxor (circa 1500 a.C)
  2. Interno della Cappella degli Scrovegni, affreschi di Giotto, Padova, 1302-1305.
  3. La Ragazza col turbante, anche conosciuta come Ragazza con l'orecchino di perla, olio su tela di Jan Vermeer, 1665-1666 circa, Mauritshuis dell'Aia
Tuttavia, solo nel XIV e XV secolo, il “vero blu” arriva in Europa, quello che verrà chiamato “oltremare” (proprio perché arrivava da lontano), usato per la prima volta in Afghanistan nel VI sec. d.C. e ottenuto sempre dai lapislazzuli, ma con un procedimento che, millenni dopo i tentativi degli Egizi, aveva finalmente funzionato. Nel rinascimento veniva definito come “il più perfetto di tutti i colori”, era molto caro, il suo prezzo rivaleggiava con quello dell’oro ed era quindi usato soltanto nelle opere più pregiate di ricchi committenti. Il blu fece risplendere il manto delle Madonne di tutta Europa, dopo che nel 431 d.C. la Chiesa Cattolica codificò i colori dei santi stabilendo che il velo di Maria fosse blu, mentre fino ad allora era stato per lo più nero. Lo troviamo anche utilizzato da Giotto in maniera magnifica, nel soffitto della Cappella degli Scrovegni, solo perché il suo ricco committente gli ha consentito di acquistarla. Dopo circa due secoli, Tiziano e l’olandese Vermeer lo usavano come colore puro. Pare che quest’ultimo, mandò in rovina la famiglia per farne scorte a sufficienza.

Oggi il blu per noi è un colore sobrio ed elegante e adatto ad ogni contesto, ma usare il blu negli ambienti senza alcuna sfumatura è controindicato, perché le superfici risultano fredde e lugubri; solo se usato molto chiaro risulta fresco e distante e la dimensione temporale si dilata, in altre parole, ci sembra di restare più tempo in un ambiente rispetto ad un altro dipinto con colori caldi.

Di seguito ti faccio vedere alcuni esempi di ambienti con un’opera blu, come vedi, questo colore misurato nel modo adeguato riesce a dare quel tocco luminoso e al contempo rilassante e affascinante.  
Bene, mi auguro che questa storia ti sia piaciuta e nei prossimi numeri cercherò di raccontarti altre curiosità e caratteristiche che hanno i colori e le potenzialità di questi che personalmente metto in pratica durante i miei workshop che organizzo nel mio laboratorio di RilassARTE.

Prima di salutarti, ti ricordo sempre le mie due mostre personali ancora aperte, nel caso tu non le abbia già visitate. Fino al 15 settembre presso la sede del Consolato Argentino a Milano, in Via Agnello, 2, dietro a Piazza Duomo e fino al 30 settembre la mostra personale presso il Grande Albergo Roma di Piacenza, in Via Cittadella 14.

Non mi resta che augurati una rilassante estate con un pizzico di blu pieno di freschezza.

A presto!
 
Thia Path
 
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