Io con il libro di Antonio Garcia Villaràn
Arte o Hamparte?
Ciao <<First Name>>,
Ti è mai capitato di entrare in un museo o galleria e trovarti davanti ad un’opera d’arte come quelle della fig 1? Se sì, probabilmente ti sarai trovato davanti ad un’opera di Hamparte. Questo neologismo lo avrai già letto da qualche parte in internet oppure ti sarà familiare se hai letto il libro dell’artista sivigliano Antonio Garcia Villaràn (fig. 2).

1. Wilfredo Prieto, Vaso de agua medio lleno, 2006 – 2. Antonio Garcià Villaràn – 3. Maurizio Cattelan Comedian, L'opera consiste in una banana fissata al muro tramite una striscia di nastro adesivo grigio ed è stata venduta per 120000 €-– 4. Joan Mirò, Ballerina, 1925 Olio su tela 115x88 cm.
Capelli lunghi, pizzetto intrecciato, occhiali, grandi anelli e magliette improbabili, Antonio è artista e storico dell’arte proveniente dall’accademia di belle arti. È in grado di spiegare la storia dell’arte in modo attraente e divertente con uno stile tutto suo, che lo ha fatto diventare un noto personaggio e influencer del web, tanto che su YouTube, da tempo, ha superato largamente il milione di iscritti. È stato proprio lui a coniare la parola HAMPARTE.
Ma cosa significa questo neologismo? L'etimologia deriva dalla fusione delle parole HAMPA e ARTE. In lingua spagnola la parola Hampa indica un insieme di individui che vivono in modo emarginato e malavitoso, una "gang" per capirci. Il suo significato lo spiega molto bene nel suo libro intitolato "El arte de no tener talento. Revoluciòn Hamparte" che ho letto alcuni mesi fa e che ti consiglio di leggere (non so se esista ancora la versione italiana). Tanto si è diffusa la parola che viene molto usata dai suoi stessi follower taggando sulla rete le opere d’arte hampartiste.
Villaràn elenca i 7 punti per capire se si tratta di un’opera Hamparte:
- Se uno o più oggetti fabbricati in serie, di solito in vendita nel supermercato, sono presentati come arte, è Hamparte.
- Se l’opera consiste semplicemente nell’elezione di un oggetto (l’objet trouvé, found art o ready made), che diventa magicamente arte soltanto per essere stato presentato all’interno di uno spazio espositivo, qualunque esso sia, è Hamparte.
- Se non c’è bisogno di avere talento per realizzare l’opera, e se questa è piena di luoghi comuni e idee scontate, è Hamparte.
- Se l’unico valore che ha l’opera si basa nell’elaborazione di un testo teorico/filosofico/politico, e se l’opera scarseggia di fondamenta senza questi discorsi, è Hamparte.
- La fantastica e magica attribuzione dei valori inesistenti a oggetti che sono commercializzati nel mercato dell’arte con prezzi esorbitanti, è Hamparte.
- Un artista si deve guadagnare il suo diritto di esserlo quotidianamente. Cioè non tutto ciò che fanno gli artisti, deve essere per definizione chiamato «arte».
- Insomma, l’arte di non avere talento è Hamparte.
Vuoi un esempio palese? Non dovete fare altro che cliccare qui, e vedrete una performance presso il MOMA di New York, dall’artista Yoko Ono, più nota come vedova di John Lennon. Secondo te, merita uno spettacolo del genere essere ospitato da un museo di quel livello? La sua performance ti commuove o ti senti preso in giro? Altro esempio: saresti disposto ad acquistare l’opera dell’artista cubano Wilfredo Prieto riportata in fig. 1 a 20000€?. Si, hai letto bene, 20000€! È chiaro che la maggior parte delle opere potrebbero far parte della cosiddetta arte concettuale, anche se si potrebbe discutere lungamente se molte di esse lo sono.
In generale mi trovo abbastanza in linea con Villaràn, sebbene consideri alcuni artisti che ammiro, come Joan Mirò, come Hampartisti, (fig.4).
Questi tre esempi che ti ho presentato dimostrano in modo diretto ed evidente a quali livelli di incongruenza si è spinto il mercato internazionale dell'arte. Si tratta di opere che hanno una collocazione di mercato, con prezzi piuttosto elevati e che determinano il gusto culturale imposto al pubblico dal sistema dell'arte e muovono somme ingenti nel mercato artistico internazionale.
È chiaro che ognuno è libero di acquistare ciò che vuole ma, a mio modesto parere, l’arte se lo è per davvero dovrebbe colpirti, farti riflettere, parlarti, comunicare bellezza. Però anche su questi punti potremo io e te non essere d’accordo. E qui si aprirebbe un interessante e lungo dibattito.
Se queste parole ti hanno incuriosito ti consiglio di leggere anche questo articolo in italiano di Hernan Rodriguez Vargas.
E se mi vuoi dire cosa ne pensi, scrivimi pure.
Alla prossima Newsletter!
Thia Path |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|