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Buona lettura!
Alessandra & Valeria
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⚠️ TRIGGER WARNING ⚠️
In questa newsletter parleremo di abusi e violenze sessuali. Se non ti senti a tuo agio a leggere di questi argomenti, fermati qui: la vostra salute mentale è per noi importantissima e vogliamo essere sicure che la nostra newsletter sia sempre uno spazio sicuro. Se ti va, puoi scorrere giù fino alla sezione "Finalmente una bella notizia!" per leggere qualcosa di positivo su altri temi.
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🫖 Facile come una tazza di tè
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Lo scorso 25 agosto la Camera spagnola ha approvato un disegno di legge per cui il sesso senza consenso esplicito sarà considerato stupro. Questa nuova legge non è affatto un qualcosa da dare per scontato: sono molti i Paesi che hanno leggi che interpretano lo stupro solo come atto sessuale violento, risultato di un’aggressione fisica da cui la vittima non è riuscita a scappare.
Il Codice penale italiano, ad esempio, all’articolo 609 bis, recita che la violenza sessuale avviene quando “chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali”. Eppure, questa situazione è solo una delle molte in cui può verificarsi uno stupro e non per forza quella più ricorrente. Anche la Corte di Cassazione italiana con alcune sentenze si è dimostrata più avanzata e attenta rispetto al Codice penale.
Per molto tempo si è ritenuto che non potesse avvenire violenza sessuale all’interno del matrimonio: il consenso formulato al momento delle nozze sarebbe valso automaticamente una volta per tutte per ogni rapporto sessuale tra i coniugi. Non era sempre culturalmente accettato, inoltre, che una moglie si potesse negare ad un approccio sessuale del marito, in quanto dovere implicito nella loro condizione di coppia sposata. Il consenso però deve essere ripetuto e riaffermato ogni volta che ci si sta per approcciare a qualsiasi atteggiamento sessuale. Purtroppo, questa convinzione sopravvive ancora adesso, anche all’interno di coppie non sposate.
Hanno cominciato così a diffondersi alcuni slogan legati al concetto di consenso. Primo fra tutti è “No means no” (“no significa no”), per contrastare la mentalità secondo cui chi dice di no ad una avance sessuale, soprattutto se è una donna, in realtà non lo pensi veramente, ma usi più che altro una “posa” per non mostrarsi troppo disponibile (e di conseguenza troppo facile e una cattiva ragazza), e che stia quindi all’uomo conquistarla definitivamente e farla cedere. “No means no” esprime invece in modo netto che se una persona esprime un dissenso la sua decisione deve essere rispettata senza imporre pressioni o violenza.
Esiste poi lo slogan “Only yes means yes”, ovvero “solo sì significa sì”: è diventato necessario a seguito di episodi in cui uomini accusati di aver esercitato violenza sessuale si sono difesi spiegando che la vittima non avesse esplicitamente detto di no, altrimenti loro si sarebbero sicuramente fermati. Se la vittima in questione non ha detto nulla, per alcuni basta a prendere quel silenzio come un assenso. È stato però provato quanto questo non sia necessariamente vero. I motivi per non dire esplicitamente “no” sono moltissimi: non si è in grado di farlo perché sotto effetto di alcol, non ci si sente nella possibilità di farlo per paura di ritorsioni, ma anche per paura di risultare “scortesi” , perché inizialmente si è detto di sì a qualcos’altro (ad esempio a un bacio, a bere qualcosa insieme, a passare una serata in casa) e non ci si sente nelle condizioni di potersi negare a questo passo in più. Nel suo libro Rivoluzione Z, Giulia Blasi dedica diverse pagine proprio a smantellare le convinzioni per cui le donne, soprattutto giovani ma non solo, siano portate a pensare, in determinate condizioni, di dover “cedere” ad un rapporto sessuale.
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📷 Tom Toro per KC Studio Magazine, vista in questa newsletter di Senza Rossetto, dedicata al consenso.
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Alcuni Paesi hanno ritenuto necessario esplicitare a livello legislativo le differenze che possono verificarsi nei casi di violenza. La Svezia, ad esempio, ha introdotto nella sua legislazione due nuovi reati, definiti come “stupro colposo” e “stupro per negligenza”: in entrambi i casi viene riconosciuta la presenza di reato e si identificano le diverse circostanze in cui questo può verificarsi. Si mette così l’accento sul fatto che, in ogni caso, se manca il consenso esplicito ad un rapporto sessuale da una delle parti, si verifica uno stupro. La questione resta comunque complicata: esiste la possibilità che anche dicendo “sì” si tratti comunque di stupro, ad esempio se si acconsente solo perché si teme per la propria incolumità dicendo di no.
Non tutti sono d’accordo sul tema del consenso. Ci sono persone che pensano che doversi interrompere per chiedere esplicitamente il consenso faccia spegnere la passione. Alcuni uomini si sono detti preoccupati del fatto che allora le loro partner sessuali avrebbero potuto inventarsi in seguito di aver detto di sì solo perché sentite costrette a farlo, dando loro l’illusione di star agendo con un consenso ma venendo poi accusati successivamente e finendo nei guai. Simile era stato l’atteggiamento della lettera pubblicata su Le Monde nel 2018 (di cui vi avevamo parlato nella nostra newsletter Non il solito appuntamento) che vedeva tra le firmatarie anche l'attrice francese Catherine Deneuve e che rivendicava il diritto ad essere “importunate” e non lamentarsi per l’insistenza nelle avances perché considerata un rituale di corteggiamento parte di una tradizione secolare.
Ci sono molti modi per insegnare il concetto di consenso fin dall’infanzia. Un atteggiamento considerato finora legittimo nei confronti di bambini e bambine che si sta riesaminando è ad esempio quello del “costringere” loro a dimostrare segni di affetto verso i parenti (“dai un bacino ai nonni, altrimenti si offendono”). Questo tipo di insegnamento spinge a mettere in secondo piano i propri desideri a livello di corporeità per non “dispiacere” altre persone. Anche per questo motivo, si è cominciato a pensare a corsi e libri a partire già dalla scuola dell’infanzia.
La Thames Valley Police, insieme all’autrice e fumettista Emmeline May, ha creato Consent is like tea, un simpatico video per spiegare in modo semplice come funzioni il consenso. È diventato ormai un riferimento classico nella conversazione su questo tema e in Inghilterra viene addirittura mostrato nelle scuole e università:
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Per approfondire:
- La puntata Orgoglio e pregiudizi del podcast Non è senza rossetto in cui Giulia Cuter e Giulia Perona intervistano la giudice penale Paola Di Nicola.
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🎥 Tra intrattenimento e denuncia sociale
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Anatomia di uno scandalo è una miniserie del 2022 distribuita da Netflix. Tratta dal romanzo omonimo di Sarah Vaughan, narra la vicenda di Sophie Whitehouse e di suo marito, parlamentare britannico che la tradisce con la propria assistente. La trama si infittisce quando l’assistente accusa l’amante di averla violentata. Durante il processo i due raccontano l'evolversi della loro relazione e l’episodio incriminato da due punti di vista molto diversi, in cui centrale è il consenso, per lei mancato, per lui implicito, ad uno specifico rapporto sessuale. Il pubblico in aula, così come quello davanti allo schermo, si trova così a dover riflettere su quale sia il significato di consenso e sulla responsabilità di dover definire chi abbia ragione e chi torto.
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Di cosa parliamo quando parliamo di consenso. Sesso e rapporti di potere (La conversation des sexes) è un libro scritto dalla filosofa femminista francese Manon Garcia, pubblicato in italiano da Einaudi nel 2022. In questo libro l’autrice analizza la tematica del consenso nei suoi aspetti sociali, culturali, legali e filosofici, approfondendo ciascuno di questi aspetti in tutti i suoi dettagli. Pur essendo un testo di carattere accademico, non mancano gli esempi di vita quotidiana che lo rendono accessibile e pratico.
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💌 Finalmente una bella notizia!
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🔵 All'assemblea generale delle Nazioni Unite, tenutasi a New York a fine settembre, il governo danese ha annunciato che avrebbe fornito 100 milioni di corone danesi (circa 13 milioni di euro) specificamente per perdite e danni subiti dai paesi più colpiti dai disastri climatici. Anche la Scozia ha offerto fondi per questo scopo, impegnando 2 milioni di sterline lo scorso novembre, mentre il governo della regione belga della Vallonia ha promesso 1 milione di euro. La Danimarca è però il primo governo centrale e federale a promettere un impegno specifico verso la lotta contro il cambiamento climatico nei Paesi più in difficoltà. Le somme sono certamente esigue rispetto alle perdite che i Paesi stanno subendo e continueranno a subire, ma il gesto simbolico è importante, in quanto manda un importante segnale politico e potrebbe incentivare altri paesi a seguire l’esempio.
🔵 Come riporta questo articolo del Post, a Cuba saranno legali i matrimoni tra persone dello stesso sesso grazie a un referendum per approvare il cosiddetto “Codice delle famiglie”. Oltre ai matrimoni gay, questa norma comprende anche la legalizzazione dell’adozione da parte di coppie dello stesso sesso e della gestazione per altri, una maggiore tutela dei diritti dei minori e altre misure sulla responsabilità genitoriale e la violenza di genere.
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Grazie a tutte le persone che hanno risposto al nostro sondaggio! Nella nostra ultima newsletter prima della pausa estiva vi abbiamo chiesto qualche consiglio in merito al formato della nostra newsletter. Il sondaggio è ancora aperto: se hai qualche commento o idea o vuoi suggerire un tema di cui parlare, questa è la tua occasione: clicca qui!
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💡 Questo mese consigliamo anche...
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- Questo video di Traumzeit Kollektive Maren Reusch su come sia possibile trasformare la Germania in una nuova direzione post-capitalistica, per approfondire il tema del reddito minimo universale.
- Questo video che spiega quali aspetti influenzino l’inflazione, analizzando i fatti in una politica economica progressista all’interno della cultura tedesca.
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Appunti è un progetto nato e curato da Alessandra Tosi e Valeria Rapa, compagne di università diventate amiche scambiandosi proprio degli appunti: ciò che mancava ad una lo aveva l’altra, rimanendo sempre sulla stessa linea d’onda. Dalle lezioni ai temi sociali e culturali il passo è stato breve: anche se a distanza, Alessandra e Valeria non perdono mai occasione di scambiarsi idee, consigli e opinioni sul mondo che le circonda.
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ALESSANDRA TOSI
Nata e cresciuta nella nebbiosa provincia di Asti, scopre un mondo nuovo grazie alla laurea in Lingue e all'Erasmus in Inghilterra. Si trasferisce a Berlino e frequenta l'università Humboldt, ma non dimentica l'Italia, in cui torna ogni due mesi. Scrive la propria tesi magistrale sui richiedenti asilo e il sistema di accoglienza in Europa. Sogna di cambiare il mondo, ma ha sempre sonno.
VALERIA RAPA
Nasce a Torino nel 1995, con due mesi d'anticipo. Si laurea in Lingue e comincia subito a lavorare in un contesto internazionale, grazie a cui ogni giorno si relaziona con persone di tutto il mondo. Viaggia molto, legge di continuo ed è sempre alla ricerca di notizie e curiosità. Femminista e attenta all'ambiente, va al cinema più che può e canta in un gruppo rock.
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